Ser Ciappelletto è il protagonista della novella d'apertura del Decameron di Giovanni Boccaccio. È un personaggio complesso e memorabile, noto soprattutto per la sua ipocrisia e la sua capacità di manipolare gli altri, anche in punto di morte. La sua storia esplora temi come la reputazione, la fede, e la potenza%20della%20narrazione.
Professione: Ser Ciappelletto era un notaio, ma la sua vera occupazione era quella di truffatore e imbroglione. Si dilettava in attività immorali come la falsificazione di documenti, la rissa, e il tradimento.
Carattere: È descritto come il peggior uomo che si potesse immaginare, colpevole di ogni tipo di peccato. Nonostante questa descrizione negativa, Ciappelletto possiede un'intelligenza acuta e una capacità di inganno straordinaria.
La Malattia e la Confessione: Durante un viaggio in Borgogna, si ammala gravemente e viene ospitato da due fratelli usurai. Temendo che la sua morte in casa loro possa danneggiare la loro reputazione, Ciappelletto, in punto di morte, decide di confessarsi a un frate.
La Falsa Confessione: Ciappelletto inventa una lunga e dettagliata confessione, esagerando piccoli peccati e omettendone del tutto quelli più gravi. Il frate, ingenuo e facilmente impressionabile, crede alla sua storia e lo assolve.
Il Culto Post-Morte: Dopo la sua morte, il frate racconta la storia della presunta santità di Ciappelletto, e la gente inizia a venerarlo come un santo. La sua storia dimostra come la percezione, anche se basata su menzogne, possa diventare realtà e influenzare le credenze delle persone.
Significato: La novella di Ser Ciappelletto funge da introduzione al Decameron, ponendo interrogativi sul valore della virtù apparente rispetto a quella reale e sulla facilità con cui le persone possono essere ingannate dalla retorica.